Non sono tutti uguali. Di sfascismi e altra attualità

marchesedelgrillo

Lo spunto, quello che mi ha aiutato a mettere in ordine settimane di riflessioni, è questo: E la capogruppo alla Camera scivolò sull’elogio del fascismo. Qui l’originale per chi non si fida del pericoloso quotidiano bolscevico.

«Da quello che conosco di Casapound, del fascismo hanno conservato solo la parte folcloristica (se vogliamo dire così), razzista e sprangaiola. Che non comprende l’ideologia del fascismo, che prima che degenerasse aveva una dimensione nazionale di comunità attinta a piene mani dal socialismo, un altissimo senso dello stato e la tutela della famiglia».

Il folklore del saluto romano. O perché no, l’hobby del pestaggio. O il capriccio della spranga. Ma anche il diletto dell’omofobia, le antiche radici del razzismo.

Ecco. Non è vero che non esistono più destra e sinistra. Perché la destra fascista, in Italia, ha una connotazione storica, sociale e politica da cui non si può prescindere. Ha un’impronta nella memoria fatto di gravità che il continuare a derubricare e minimizzare ha portato solo a sdoganare i Casa Pound, i leghisti, le ronde. Ed essere di sinistra significa essere contro il fascismo. E quelli che ho votato finora in vita mia (e certamente molti dentro il Movimento 5 Stelle) sono sicuro che condividono posizioni atavicamente di sinistra come l’antifascismo. E condivideranno con me tutto quello che è l’opposto di quello che si dice gridando alla pancia fascista: questioni di diritti, di solidarietà sociale, di parità verso gli stranieri che siano biondi vichinghi wagneriani o congolesi massacrati. Per questo non ho votato M5S. Perché sono di sinistra.

Il mio disagio si racchiude nelle righe più su, che sono conseguenza della nascita di un partito secondo le autocandidature sul web, non da una radice di ideali (sono un povero illuso, lo so, eh). Dunque, il mio disagio che ho lasciato scappare con battutacce su Facebook o su Twitter si spiega così. E va oltre le polemiche anche gravi sulla libertà di coscienza dei parlamentari, sui tagli diversi da quelli proclamati ai propri stipendi, sull’irresponsabilità istituzionale che ci riporterà presto al voto anche se non possiamo permettercelo. Sulla pochezza delle proposte in temi di diritti o le assurdità come i referendum (on line!!!) per uscire dall’Euro o l’idea malsana di non pagare il debito pubblico come se vivessimo su Marte. Su quel “vaffanculo” a mitraglia che è lo stesso tipo di argomentazione politica che permetterebbe anche al mio panellaro di fiducia di ottenere consenso, sulle primarie fatte con i click su youtube e i diktat da guru. E parliamoci chiaro, è quell’ingrediente magico che ha portato il movimento da essere cosa per pochi attivisti preparati a fenomeno di massa dell’indignazione collettiva.

Quelle considerazioni su Casa Pound della neo-capogruppo alla Camera (coerenti con quelle del “megafono” Grillo di pochi giorni prima, che più che megafono oggi pare un vecchio dirigente dell’apparato di partito, altroché) porterebbero quasi a dividere tra “noi e loro” anche se quella galassia è così variegata che non si possono tracciare linee. E quelle considerazioni sono il succo amaro della questione.

Si dice, e lo dico anche io con piacere, che molti dei parlamentari a 5 stelle sono giovani, donne, laureati. Ma essere una giovane donna laureata non ti impedisce di dire idiozie. Tra l’altro ho conosciuto un po’ di vecchi uomini con la terza media  che certe cose sui sedicenti post fascisti non oserebbero mai dirle. Forse perché il fascismo l’hanno provato sulla loro pelle. Mentre noi ancora no (anche se ce la mettiamo tutta).

Disclaimer/post scriptum a prova di grillino: se quelle cose le avesse scritte un parlamentare di un altro partito, l’indignazione sarebbe stata la stessa. Dopotutto, lo scegliere di votare qualcuno di diverso da Berlusconi e soci, in passato, non mi ha certo impedito di parlarne e sparlarne (e forse straparlarne). Non è lo stesso, certo. Così come i partiti oggi hanno bisogno di cambiamento, che molte lotte del M5S sono sacrosante e le condivido da tempi non sospetti, che gli inciucisti ci stanno eccome anche nelle fronde più insospettabili dei “vecchi partiti” e i voltagabbana e i venduti pure. Se però ci si professa duri e puri e si grida ai quattro venti che “sono tutti uguali” e che “destra e sinistra non esistono più” allora ci si dipinge un enorme bersaglio sulla capoccia.

Una replica a “Non sono tutti uguali. Di sfascismi e altra attualità”

  1. L’umanità ringrazia per la presa di posizione.

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