
Ma eccovi qualche chicca, giusto per farvi capire di cosa stiamo parlando e per dimostrarvi che la costruzione delle frasi e la traduzione letterale, fanno sospettare l’uso di un traduttore automatico. Una cosa che, in una sceneggiatura di un fumetto ambientato a Roma, può essere facilmente evitata con una telefonata a un italoamericano o un italiano in forza alla DC Comics (e ce ne sono).
– Non sto ottenendo pagato abbastanza spararlo fuori con il blonde!
– Persino sappiamo che funziona?
– No. Dovreste fare attenzione, Guillermo (sì, alla spagnola, anche se è italiano… Ndr)
– Vi non ho detto mai di denominarlo quello ancora.
– È don Verinni ora.
– Dovresti mangiare.
– Non sono affamato.
– Ce (sì, scritto così, Ndr) qualcosa di male. Qualcosa nella notte.
– Sì. La luna è piena. Rende ognuno pazzesco.
[spari]
– Riduca, Don Verinni! (credo venga da ‘lower’, Ndr)
E ce ne sono ancora…
È un peccato, perché nonostante i miei sforzi, un certo fastidio era inevitabile, ma la storia, pur non essendo un capolavoro e mostrando qualche banalità e qualche scena prevedibile si fa leggere. Non è certo il Loeb di Ultimate Power, ma manco quello di Long Halloween.
Quantomeno i disegni di Tim Sale sono più eleganti e pittorici che mai, grazie anche al fantastico supporto di Dave Stewart ai colori (lo stesso che colora Mignola e Cooke).
In Italia la mini non è mai stata pubblicata, e non mi pare che la Planeta l’abbia mai annunciata, nonostante faccia da ponte tra Long Halloween e Batman: Dark Victory, appena ristampati. Però vi posso suggerire il volumone con buona parte del ciclo di Brubaker appena uscito, con disegni di gente del calibro dello stesso Darwyn Cooke, Mike Allred e Eric Shanower.

Scrivi una risposta a Willy Cancella risposta