In questi giorni esce in edicola e in fumetteria il quarto volume di
Classici DC: Lanterna Verde. Dopo avere supervisionato le traduzioni del grande Daniele Brolli nei volumi due e tre, con questo sono subentrato ufficialmente come traduttore della serie,

un po’ per caso, devo dire. Tra l’altro, a partire da questo numero e per altri due, c’è il mio pard Carlo Del Grande alle supervisioni, prima che partisse per lidi paninari. Ovviamente vi invito a farmi sapere che cosa ne pensate.
La mia passione per il personaggio è nota, al punto che capita che amici o conoscenti mi chiedano che cosa ci trovo di tanto affascinante. Beh, le motivazioni sono essenzialmente due, e sono legate alla natura stessa del character. Lanterna Verde (parlo di quello della Silver Age) nasce in un contesto, a cavallo tra il maccartismo e l’era atomica e della corsa allo spazio, che indubbiamente ne connatura le origini, definendo i nemici e il protagonista stesso. La fantascienza classica e un po’ visionaria dei primi numeri (debitori di tanti autori di fantascienza dei
fifties), gli stessi poteri pressoché illimitati, la presenza di spie e intrighi, sono dovuti al clima dell’epoca. Ovviamente, con un personaggio così potente, chi lo scrive si trova davanti, narrativamente parlando, ad un problema: come lo si sconfigge? Come Superman ha la kriptonite, LV ha gli oggetti di colore giallo. Una spiegazione pseudoscientifica, sono dell’idea, lascia il tempo che trova se può essere superata la giusta dose di “sospensione dell’incredulità” e la consapevolezza dell’epoca della nascita del personaggio. A differenza del minerale di Krypton, poi, il “colore” permette di distribuire potenzialmente ovunque le minacce all’eroe. Altra soluzione è creare personaggi ancora più potenti, o situazioni in cui è costretto e non usare l’anello del potere attraverso il quale materializza qualunque cosa voglia. Per chi come me racconta storie, la sfida di un personaggio del genere è sempre al rialzo. E questo è quello che lo rende affascinante da un punto di vista meramente tecnico.
Se vogliamo parlare di affezione e emozioni (la prima, ovviamente, è una cosa del tutto personale), LV include in sé due caratteristiche ispiratrici e tipiche dell’eroe di un tempo di cui, mi sa, nonostante tutto non ci stancheremo mai. La forza di volontà che supera le paure e l’immaginazione che materializza qualunque cosa si immagini sono il vero carburante dell’anello del potere. E sono il vero carburante per chiunque di noi, nella vita di tutti i giorni, non solo per i “creativi”. Con presupposti del genere, Lanterna Verde va anche oltre il modello supermaniano (che spesso poi viene identificato con l’antipatico american way of life), parlando a tutti, rendendo il personaggio unico, e definendo un modello.
E credo che a qualunque età, in qualunque circostanza, avere un eroe come modello non possa che fare bene.
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