Quando non sei soddisfatto di come va la tua vita, una cosa che può tirarti su di morale è ridere di quella altrui.
Ecco cosa mi hanno raccontato questa sera, davanti un Irish Coffee che non era un granché.
Qualche giorno fa una signora si è recata al cimitero di Trapani per posare i fiori, come d’abitudine, sul loculo del marito. Per raggiungere i loculi più alti una volta c’erano dei tizi che, urlando “scala” per i corridoi del cimitero, venivano chiamati e pagati qualche spicciolo per mettere a disposizioni scale traballanti in legno marcio o ferro arruginito. Adesso ci sono delle scale a scorrimento, tipo quelle nelle biblioteche. La signora si avvicina ad una delle scale, va per spostarla e una voce le intima “Posa ‘sta scala!”. Impaurita, corre dal custode: “Ho sentito una voce… forse era quella di mio marito!”. Il custode va alla scala maledetta, va per spostarla e di nuovo: “Posa sta scala”. Il coraggioso custode, che di certo ne ha viste tante in vita sua, scappa a chiamare i carabinieri. Giunti sul posto, toccano la scala, e nonostante aver sentito lo “spirito” che la possedeva intimargli di non spostarla, la salgono fino all’ultimo loculo, una cella vuota.
O quasi. Dentro ci stava il mitico Carmelo Monreale (un pittore bravissimo, ormai totalmente impazzito, che vive da barbone da una decina d’anni), che sonnecchiava lì, ubriaco, per ripararsi dalla pioggia. E’ una delle cose più divertenti che ho sentito in vita mia.

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